mercoledì 7 settembre 2016

Smobilita la sanità di montagna

Lo sprovveduto ottimista, può anche credere, o fingere di credere (se è in malafede), che costituire una ULSS unica bellunese si possa tradurre in un mantenimento degli standard di qualità sociosanitaria in provincia. Ebbene, è esattamente il contrario.
 

Chiunque abbia un minimo di senso della realtà non può che aspettarsi da una  ulteriore fusione di ULSS un graduale, deciso, insesorabile peggioramento delle cose, e cioè il raddoppiamento dei tempi di attesa per gli esami e per i ricoveri, lo scadimento qualitativo dei servizi di ospitalità, e un depauperamento irreversibile e generale delle risorse professionali...
 

Perchè? Perchè è esattamente così che è andata dopo la soppressione delle ULSS dell'alta provincia, la "1" e la "2" di una volta, confluite da diversi anni fa nell'ULSS 1 di Belluno. Perchè ormai i fatti parlano chiaro e dimostrano che oggi in quelle zone va in scena la smobilitazione della sanità pubblica.
Perchè anche per Feltre le cose non andrebbero in modo diverso: se la ULSS n. 2 venisse  soppressa; pezzo per pezzo l'ospedale feltrino verrebbe smontato e, nella migliore delle ipotesi, ridotto ad un puro contenitore di accessori, di servizi magari a pagamento, tanto per far cassa. 

A Belluno invece l'ospedale verrebbe stipato fino all'inverosimile per contenere tutta la sanità "necessaria" (ma solo la necessaria), così da saturare i servizi e da obbligare la gente a rivolgersi ai centri medici e alle cliniche private, e ovviamente ad emigrare fuori provincia.
E' solo questo, in fondo, il vero risparmio voluto e cercato da chi ci governa, non certo la riduzione di un qualche stipendio di direttore generale.

Ma a chi gioverebbe uno siffatto scenario? Ai bellunesi no di certo, perchè sarebbero costretti a sgomitare per un posto letto o per un esame urgente, e a farlo nel loro vecchio ospedale; ai feltrini nemmeno visto che essi perderebbero il loro prezioso ospedale e la loro sanità; e neppure agli agordini o ai cadorini potrebbe giovare, trovandosi loro più degli altri, a contendere i servizi con utenti ben più vicini ai servizi e numerosi e a doverlo fare da lontano.
Insomma, a nessuno gioverebbe se non alla sanità privata, e se davvero fosse un bel risparmio per le casse regionali, lo sarebbe ad un caro prezzo per noialtri!


Michele Balen 
17 gennaio 2012