Pdl 23 e proposte di
modifica:
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Si propone
di nominare i 21 Direttori Generali per il triennio 2016-2018 (per le attuali
ulss esistenti, per l'Azienda ospedaliera di Padova e di Verona e per lo IOV),
di attivare l’Azienda zero in gennaio 2016, l'azienda Zero non deve avere compiti di Programmazione e Controllo che restano in
carico alla Direzione Generale Sanità e Sociale, organo tecnico
dell’assessorato alla Sanità e al Sociale nonché del consiglio Regionale,
ma deve fungere da ente terzo di
controllo, verifica e ideazione di
strategie a supporto della direzione generale sanità e sociale e delle ULSS
del Veneto (come precedentemente era Agenzia regionale socio sanitaria del
veneto e come era proposto anche dal PDL n. 356 “istituzione del centro
regionale per l’epidemiologia, la qualità e la sicurezza (CEQuaS)” .
Un organo terzo di controllo e verifica come strumento di garanzia, di
correttezza e trasparenza delle azioni espressione di un buon governo.
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Di
individuare le nuove ulss secondo ambiti territoriali omogenei entro il 2016,
di preparare le nuove schede delle nuove ulss nel primo semestre 2017
e dare mandato ai direttori generali di integrare le
ulss secondo il nuovo assetto con nomina a dicembre 2018 dei nuovi
Direttori Generali.
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Si propone,
inoltre, di individuare un ambito territoriale adeguato attorno alle attuali
aziende ospedaliere di Padova e Verona (circa 350-400.000 abitanti)
riperimetrando così in linea di massima 2 ulss di ambito ottimale territoriale
(in sintesi: 12 ulss con al centro un ospedale di rete, 2 Aziende ospedaliere
con un territorio di riferimento e IOV).
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Rispetto a
quanto proposto nell'attuale Proposta di Legge n. 23 vi sarebbero una riduzione
delle ulss esistenti dalle attuali 21 a
12 più azienda ospedaliera di Padova e di Verona e IOV.
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Per quanto
riguarda l'eliminazione del Direttore dei servizi sociali si fa presente che:
1. Nel PSSR approvato con la scorsa
legislatura finalmente si è portata a compimento l'integrazione socio
sanitaria, iniziata nel 1984, affidando al direttore di servizi sociali anche
la funzione territoriale, ovvero il governo complessivo delle attività
territoriali, che non sono solo quelle sociali, ma anche quelle sociosanitarie
a rilevanza sociale (una tra tutte le cure palliative, che ad oggi
rappresentano una delle sfide anche economiche più impegnative del sistema).
Eliminare il Direttore dei Servizi Sociali, riaccorpando le sue funzioni al
Direttore Sanitario, significa rimettere il focus sull'ospedale e
l'ospedalizzazione, contro ogni evidenza, teoria e pratica, della necessità di
fare dell'ospedale il luogo dell'acuzie e del territorio il luogo della presa
in carico integrata dei problemi delle persone.
2. In una Regione la cui amministrazione
rivendica quotidianamente il primato di eccellenza della sanità, una delle
eccellenze è stata proprio l'integrazione socio sanitaria, che ha permesso lo
sviluppo di una rete di servizi più vicini al cittadino, con il coinvolgimento
tramite le Conferenze dei Sindaci dei comuni e delle Aziende Sanitarie. Oggi
l'integrazione è un modello cui stanno puntando altre regioni. Eliminarla,
soprattutto in un momento di difficoltà per i comuni a riprendersi le deleghe
alla luce del patto di stabilità, significa minare alla base i servizi per i
cittadini. Proprio perché Sanità non coincide con Ospedalizzazione. Quando si
dice che questa riforma del sistema consentirà tagli della spesa senza tagli ai
servizi, non si presta sufficiente attenzione ai servizi del territorio, che
saranno necessariamente ridotti e tagliati.
Venendo meno la direzione dei servizi sociali (del quale non si capisce la
ragione o i vantaggi economici finanziari) verrebbe meno la peculiarità propria
del SSR veneto caratterizzato da una forte integrazione socio-sanitaria. Il
ruolo della conferenza dei sindaci viene ad essere totalmente sminuito, il
Comune verrebbe a versare dei contributi all’Azienda Ulss senza avere nessun
controllo sull’operato e sui livelli di assistenza erogati ai propri cittadini.
La figura del direttore dei servizi sociali deve essere mantenuta.
E’ inoltre opportuno elaborare un piano
economico-finanziario che evidenzi gli effettivi e veri risparmi indotti da
questa riforma sanitaria.