Una nota del BARD sull'ipotesi di unificazione delle ULSS
ULSS UNICA BELLUNESE
“L'AZIENDA DOLOMITICA E' CONTRO IL
TERRITORIO”
“La
vogliono chiamare Usl Dolomitica, ma sarà un'operazione decisamente dannosa per
il nostro territorio”. La nascita di un'unica azienda sanitaria nel Bellunese,
nata dalla fusione delle due Ulss provinciali, sarà l'ennesimo colpo alla
sanità di montagna: ne è sicuro il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti,
che raccoglie lo sfogo dei sindaci dell'Ulss 2 Feltre.
“Il taglio della spesa pubblica è
sempre più necessario, – commentano dal direttivo – ma non è certo riducendo
ancora i servizi alla montagna che si risolvono i problemi del Veneto e
dell'Italia. Con la sanità “modello Zaia”, salta
l'integrazione ospedaliera con il territorio, si sgretola il pilastro
dell'integrazione socio - sanitaria che nel nostro territorio ha generato tanta
qualità. Si vuole seguire il modello lombardo, con le unità operative in pochi
centri (già il piano sanitario del 2011 concentrava in pianura la maggioranza
delle unità operative complesse, facendo perdere a Belluno 6 unita operative
complesse e due strategiche a Feltre, con pochi tra sindaci e cittadini che si
resero conto della discesa nella qualità e nella quantità delle
prestazioni): un modello che depotenzia il pubblico e lascia spazio al privato,
minando il concetto di universalità della garanzia alla salute. Prevenzione,
cura e riabilitazione non possono dipendere dal portafoglio del cittadino”.
“La sanità è un diritto
universale e deve essere garantita parimenti in tutti i territori: il presidente
Zaia non può pensare solo a Treviso e alla pianura. Per noi bellunesi, l'unica
strada per continuare a vivere nei nostri paesi è guardare al nord, alle altre
terre alpine, quelle simili a noi, che hanno i nostri problemi e sanno come
affrontarli”.
“Si risparmia la spesa di un ufficio
di direzione generale, ma si taglia anche la figura del direttore dei servizi
sociali. - continuano dal Bard – Si perde tutta l'autonomia dei direttori
generali, a favore di una grande azienda regionale, la famigerata Uls “zero”,
dalla quale dipenderanno decisioni come quelle, fondamentali, sulle assunzioni,
alla faccia dell'autonomia, del federalismo e delle specificità dei territori”.
“Siamo
orgogliosi – concludono dal movimento – che tutti i sindaci del territorio dell'Ulss
2 abbiano deciso di alzare la testa, anche quelli che due anni e mezzo fa hanno
bocciato i referendum per il passaggio di confine, non capendo il reale intento
politico della consultazione. Se i sindaci scenderanno in piazza contro questa
decisione, noi saremo con loro: lo abbiamo fatto sul Ponte Cadore, lo faremo
anche a Feltre, Lamon o dove vorranno”.
Nessun commento:
Posta un commento