domenica 11 ottobre 2015

L'ANCI Veneto sulle ULSS

Documento dell'ANCI regionale circa la riforma della sanità veneta.


Pdl 23 e proposte di modifica:
·        Si propone di nominare i 21 Direttori Generali per il triennio 2016-2018 (per le attuali ulss esistenti, per l'Azienda ospedaliera di Padova e di Verona e per lo IOV), di attivare l’Azienda zero in gennaio 2016, l'azienda Zero non deve avere compiti di Programmazione e Controllo che restano in carico alla Direzione Generale Sanità e Sociale, organo tecnico dell’assessorato alla Sanità e al Sociale nonché del consiglio Regionale, ma deve fungere da ente terzo di controllo, verifica e ideazione di strategie a supporto della direzione generale sanità e sociale e delle ULSS del Veneto (come precedentemente era Agenzia regionale socio sanitaria del veneto e come era proposto anche dal PDL n. 356 “istituzione del centro regionale per l’epidemiologia, la qualità e la sicurezza (CEQuaS)” .
Un organo terzo di controllo e verifica come strumento di garanzia, di correttezza e trasparenza delle azioni espressione di un buon governo.
·        Di individuare le nuove ulss secondo ambiti territoriali omogenei entro il 2016, di preparare le nuove schede delle nuove ulss nel primo semestre 2017 e    dare mandato ai direttori generali di integrare le ulss secondo il nuovo assetto con nomina a dicembre 2018 dei nuovi Direttori Generali.
·        Si propone, inoltre, di individuare un ambito territoriale adeguato attorno alle attuali aziende ospedaliere di Padova e Verona (circa 350-400.000 abitanti) riperimetrando così in linea di massima 2 ulss di ambito ottimale territoriale (in sintesi: 12 ulss con al centro un ospedale di rete, 2 Aziende ospedaliere con un territorio di riferimento e IOV).
·        Rispetto a quanto proposto nell'attuale Proposta di Legge n. 23 vi sarebbero una riduzione delle ulss esistenti dalle attuali 21 a 12 più azienda ospedaliera di Padova e di Verona e IOV.
·        Per quanto riguarda l'eliminazione del Direttore dei servizi sociali si fa presente che:
1. Nel PSSR approvato con la scorsa legislatura finalmente si è portata a compimento l'integrazione socio sanitaria, iniziata nel 1984, affidando al direttore di servizi sociali anche la funzione territoriale, ovvero il governo complessivo delle attività territoriali, che non sono solo quelle sociali, ma anche quelle sociosanitarie a rilevanza sociale (una tra tutte le cure palliative, che ad oggi rappresentano una delle sfide anche economiche più impegnative del sistema). Eliminare il Direttore dei Servizi Sociali, riaccorpando le sue funzioni al Direttore Sanitario, significa rimettere il focus sull'ospedale e l'ospedalizzazione, contro ogni evidenza, teoria e pratica, della necessità di fare dell'ospedale il luogo dell'acuzie e del territorio il luogo della presa in carico integrata dei problemi delle persone.
2. In una Regione la cui amministrazione rivendica quotidianamente il primato di eccellenza della sanità, una delle eccellenze è stata proprio l'integrazione socio sanitaria, che ha permesso lo sviluppo di una rete di servizi più vicini al cittadino, con il coinvolgimento tramite le Conferenze dei Sindaci dei comuni e delle Aziende Sanitarie. Oggi l'integrazione è un modello cui stanno puntando altre regioni. Eliminarla, soprattutto in un momento di difficoltà per i comuni a riprendersi le deleghe alla luce del patto di stabilità, significa minare alla base i servizi per i cittadini. Proprio perché Sanità non coincide con Ospedalizzazione. Quando si dice che questa riforma del sistema consentirà tagli della spesa senza tagli ai servizi, non si presta sufficiente attenzione ai servizi del territorio, che saranno necessariamente ridotti e tagliati.
Venendo meno la direzione dei servizi sociali (del quale non si capisce la ragione o i vantaggi economici finanziari) verrebbe meno la peculiarità propria del SSR veneto caratterizzato da una forte integrazione socio-sanitaria. Il ruolo della conferenza dei sindaci viene ad essere totalmente sminuito, il Comune verrebbe a versare dei contributi all’Azienda Ulss senza avere nessun controllo sull’operato e sui livelli di assistenza erogati ai propri cittadini. La figura del direttore dei servizi sociali deve essere mantenuta.

E’ inoltre opportuno elaborare un piano economico-finanziario che evidenzi gli effettivi e veri risparmi indotti da questa riforma sanitaria.





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