domenica 11 ottobre 2015

Il Documento del Comitato Pro Ospedale di Feltre

Testo del documento redatto dal Comtato Pro Ospedale sottoscritto da oltre quaranta associazioni dei comuni del Feltrino e del Primiero.


Comitato Pro Ospedale
Presso Centro Sportivo Italiano - Viale Mazzini 8
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Feltre
                                                                                              Feltre, 20 luglio 2015

            Il Comitato Pro Ospedale di Feltre, riunito in data odierna per esaminare il progetto di legge regionale n. 23 sulla riorganizzazione della sanità del Veneto, esprime il proprio forte dissenso verso un’operazione che ne stravolgerebbe l’assetto, quale si è venuto a strutturare in maniera perfettamente consona con le sue realtà territoriali.
            Se nella presenta fase storica, l’imperativo per lo Stato è di eliminare gli sprechi, ciò non può diventare, a livello politico-amministrativo, un brutale esercizio di tagli indiscriminati dei servizi, soprattutto nel delicato campo socio-sanitario e soprattutto in zone difficili come la montagna.
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            I punti del PDL che appaiono maggiormente critici sono i seguenti:
A)     Il superamento di fatto delle sinergie fra servizi sanitari, socio-sanitari e sociali, che da sempre ha caratterizzato il Veneto (e in particolare l’Ulss 2 di Feltre), cancellando  totalmente (almeno in questa fase) il ruolo degli enti locali e della conferenza dei sindaci.

B)      La eccessiva concentrazione di funzioni (e poteri) in capo alla cosiddetta “Azienda Zero” e al suo Direttore Generale. Essa appare bensì utile ai fini del coordinamento e della programmazione (massime in sede di verifica e controllo) e di razionalizzazione del provveditorato nella logica dei costi-standard, a patto però di alzare solide barriere anti-corruzione (la nomina da parte del D.G. del Collegio Sindacale non va certo in questo senso) e di condividere con le Aziende le procedure di selezione del personale medico.

C)      La drastica riduzione del numero delle Ulss, che scardina brutalmente il principio perfettamente funzionale alla realtà policentrica del Veneto, secondo il modello “Ospedale-Territorio” e di aree ottimali fortemente agganciate ad esso.

E’ alle conseguenze di quest’ultimo aspetto che il Feltrino si ribella più decisamente, reclamando la sopravvivenza della propria Azienda Sanitaria, non per mera rivendicazione dello status-quo, o per ragioni di tipo campanilistico,  ma perché sussistono ragioni ben precise per ritenere che da una fusione delle due Ulss provinciali non discenderebbe, a livello provinciale, un miglioramento dei servizi, ma un loro peggioramento.
                Rilevato preliminarmente come appaia anacronistico rifarsi ai confini delle vecchie province, destinate a sparire come istituzioni locali intermedie, rispondenti a logiche ottocentesche di delimitazione di aree omogenee; e come il dibattito politico suscitato dal PDL in questione produrrà certamente la cassazione di più di uno degli accorpamenti previsti, tre sono le ragioni del dissenso:
1)      L’Ulss di Feltre ha un bacino reale d’utenza che travalica, appunto, i confini provinciali, sia verso l’Alto Trevigiano che la parte orientale dell’Altopiano di Asiago, sia soprattutto verso il Trentino (l’ intero Primiero e parte dell’Alta Valsugana e del Tesino). E’ per tale ragione, del resto, che l’ultimo PSSR classificò l’ospedale di Feltre quale “presidio a valenza extra-regionale”.
2)      La sempre invocata ma mai concretizzata “specificità” della montagna, sancita dalla LR 25/14 con particolare riferimento al territorio della provincia di Belluno, dovrebbe suggerire un’applicazione, appunto, speciale dei criteri stabiliti per la pianura, costituendo motivo politicamente più che sufficiente per derogare, qui come presumibilmente altrove, dai principi adottati.
3)      Il concetto di area vasta a dimensione provinciale appare incongruo per una area vastissima come quella della montagna nel mente appare parimenti inapplicabile il concetto di struttura hub  per l’ospedale di Belluno, inidoneo sotto ogni profilo, (strutturale, demografico, professionale ecc.) a ricoprire tale ruolo, per sua stessa natura estendibile a poche grandi realtà ospedaliere regionali.
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                L’occasione sembra invece propizia per ripensare l’articolazione territoriale del Veneto, dove accanto ai capoluoghi di provincia esistono altrettanti centri “secondari” che però organizzano attorno a sé porzioni ben riconoscibili di territorio, sufficientemente vaste da giustificare una nuova distribuzione di funzioni amministrative, partendo appunto dalla sanità. Ciò porrebbe la Regione Veneto all’avanguardia nell’applicazione della Legge Delrio di riforma degli enti locali, attualmente in posizione di stallo, razionalizzando l’attuale enorme divario fra un’area metropolitana “monstre” e una dispersione di micro-Comuni, privi di qualsiasi forza propulsiva.
                Per il Feltrino si tratterebbe in più di attivare intese con la vicina Provincia Autonoma di Trento, per una integrazione sanitaria crescente con i territori gravitanti sull’ospedale di Feltre.
                
     La giustificazione degli accorpamenti basata sul “risparmio” di figure apicali di direzione che ne seguirebbe, è facilmente confutabile. Ricorrendo ad una logica moderna di management aziendale, sarebbe sufficiente affidare ad uno staff ridotto la governance delle Aziende Sanitarie: uno staff composto cioè dal Direttore Generale, dal Direttore dell’ ospedale e dal Direttore del Distretto, dato che con l’istituzione dell’Azienda Zero vengono meno molte funzioni di direzione strategica e molte funzioni di tipo amministrativo e gestionale, intatta restando l’esigenza di un controllo quotidiano su strutture e servizi che all’interno di mega strutture come quelle delineate sarebbero fatalmente lasciate in balia di se  stesse.  Siccome una delle motivazioni maggiori strumentalmente esibite è quella della riduzione della spesa, questo modello permetterebbe di conseguire gli stessi risparmi, pur mantenendo in vita tutte e 21 le Ulss attuali. Si creerebbe così un modello virtuoso che – mutatis mutandis -  applica alla sanità regionale le antiche pratiche di governo della “Serenissima”, con un forte accentramento da un lato ed un altrettanto forte contrappeso periferico dall’altro.
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                Il Comitato Pro Ospedale di Feltre, fortemente preoccupato per il futuro della sanità provinciale, auspica pertanto una mobilitazione degli Enti Locali e delle Associazioni operanti nel territorio, per portare avanti le istanze illustrate nel presente documento, in un rapporto dialettico rispettoso ma fermo fra cittadini e istituzioni.


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