domenica 11 ottobre 2015

Gianmario Dal Molin sulle Ulss

Una nota di Gianmario Dal Molin sull’ipotesi di unificazione delle Ulss 

Dopo la presentazione del DDL regionale sull’unificazione delle Ulss che vede cancellata l’autonomia sanitaria del Feltrino in nome di un discutibile accentramento provinciale, occorre iniziare una battaglia civile e democratica di sensibilizzazione su due fronti: quello interno dell’opinione pubblica, delle associazioni e delle istituzioni e quello nei confronti della Regione che ha sempre visto con un occhio di riguardo la specificità del Feltrino il cui ospedale, interregionale, serve anche il Primiero.
Se vi è un territorio nel quale aveva un senso la vecchia programmazione regionale per aree ottimali e non per aree vaste,  in vigore da trentacinque anni,  è proprio quello della montagna per il quale la dimensione provinciale, come due secoli di improvvida esperienza  istituzionale dimostrano,  è sempre stata  nefasta. La sanità è sino ad oggi uno degli ultimi ambiti nei quali questa dimensione di area ottimale dei servizi avente per cento il binomio “ospedale - territorio” è stata rispettata ed è sotto gli occhi di tutti cosa ha fatto il Feltrino in ambito ospedaliero e in quello dei servizi sociali rispetto al Bellunese per il quale tutto veniva offerto su un piatto d’argento in quanto capoluogo di provincia. Ho sempre sostenuto, e ne  sono tuttora convinto, che Belluno, città di servizi, e dunque tendenzialmente “parassitaria”,  non ha mai avuto e non avrà mai i requisiti storici, culturali e politici per ridare al territorio ciò che sistematicamente gli sottrae. E questo sotto ogni profilo, amministrativo, economico e financo religioso. La filosofia dell’Ulss di Feltre è sempre stata all’incontrario quella di prediligere il territorio, dal Trentino alla Val Belluno, a scapito talvolta degli stessi servizi feltrini.
In montagna e soprattutto in campo sanitario e sociale è necessaria una guida “ a catena corta” che monitorizzi incessantemente i bisogni del territorio e ne riferisca autorevolmente  in Regione.  La deresponsabilizzazione a tutti i livelli che ne deriverebbe nel caso di una unificazione bellunocentrica sarebbe fatale per il Feltrino, come lo è stata per alcuni versi per le soppresse unità sanitarie locali del Cadore e dell’Agordino. Il Feltrino è per sua stessa natura e storia un area di confine vastissima che di “dolomitico” ha ben poco e su di esso confluiscono tuttora, oltre al Primiero, alcune zone della Bassa Valsugana e dell’Alto Trevigiano al punto di dire che se area vasta veneta deve essere ....meglio Treviso, come già stanno facendo alcune organizzazioni imprenditoriali e sindacali!

Gianmario Dal Molin

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