lunedì 29 dicembre 2014

Idee (più) chiare per l'Autonomia

20 dicembre 2013 alle ore 17.18

Una domanda sbagliata porta, spesso e volentieri, a una risposta altrettanto sbagliata. "Sbagliata" nel senso di mal posta, e si sa che un problema male impostato è impossibile da risolvere correttamente, se non per intervento divino.
Ora, sulla questione della nostra Provincia e del suo futuro io credo che la vera domanda non dovrebbe essere "Vogliamo noi mantenere l'ente provinciale di 'primo grado', che già abbiamo o vogliamo invece una Provincia nuova di 'secondo grado'?" Io credo che la domanda dovrebbe essere piuttosto: "Vogliamo noi un'autonomia amministrativa e politica 'forte' per la nostra terra, per salvaguardarla da una prevedibile recessione, o vogliamo restare a dormire beatamente sotto il pero dei ricordi?"

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta, giunto a Longarone il 12 ottobre 2013, così si era espresso sulla Provincia di Belluno - sapendola costretta fra due province autonome, una regione a statuto speciale ed una pianura veneta facilitata dalle condizioni ambientali - : "Conosco tutte le specificità e bisogna intervenire per evitare asimmetrie istituzionali che non hanno senso", e ha poi aggiunto che per essa ci vogliono "forme di autogoverno marcate", "un'autonomia forte" (sic).
Quel Capo del Governo ha dunque riconosciuto pubblicamente il fatto che questa terra ha il titolo per ottenere dallo stato un'autonomia che egli, di sua sponte, ha definito "forte", tale da "evitare asimmetrie istituzionali che non hanno senso" (cit).Il Capo del Governo, che vive e che pensa nella lontana Roma, è consapevole, e lo dichiara, che le nostre comunità hanno bisogno di un'autonomia forte e non di Provincia a statuto ordinario. L'autonomia forte richiede appunto uno statuto speciale, non ordinario, uno statuto allora come quello Trentino, tanto per dirne uno. Giova a proposito anche ricordare l'istituzione dei fondi speciali, il "Letta" e il "Brancher", che sono un'implicito riconoscimento dello stato di bisogno in cui versa la nostra plaga. E ancora e soprattutto il famosissimo articolo 15 dello statuto regionale del Veneto, intitolato "Specificità delle singole comunità, dei territori montani e della Provincia di Belluno." in cui si legge che la Regione
[...] conferisce con legge alla Provincia di Belluno, in considerazione della specificità del suo territorio transfrontaliero e interamente montano nonché abitato da significative minoranze linguistiche, forme e condizioni particolari di autonomia amministrativa, regolamentare e finanziaria in particolare in materia di politiche transfrontaliere, minoranze linguistiche, governo del territorio, risorse idriche ed energetiche, viabilità e trasporti, sostegno e promozione delle attività economiche, agricoltura e turismo. [...]

Corollario.

Il Governo nazionale nel 2013, per bocca del suo Presidente, riconosce alla nostra terra l'esigenza di un'autonomia forte. La Regione lo ha fatto con un articolo del suo Statuto. Allora è il momento adesso di reclamare ad alta voce la "forte autonomia" che ci spetta, non si può perdere altro tempo!A chi non osa, rispondo: sì, si può essere minimalisti, si può chiedere un tozzo di pan secco, si può essere anche più realisti del re, possiamo fare i cavallini volenterosi e metterci le briglie da soli (per non affaticare il cavaliere che ci sta in groppa); si può stupire con effetti speciali la buona vecchia Capitale, usando tutta la straordinaria mitezza delle nostre richieste: "dateci poco, mi raccomando, e datecelo quando volete!". Insomma si può fare i poveri villani col cappello in mano, piegati in due davanti a Lorsignori, intimiditi noi dai portoni dei loro palazzi, e si può essere... "sudditi". Oppure si può essere cittadini, di quelli con la C maiuscola, cittadini che sanno di avere dei diritti, che sanno di pretendere dallo stato nulla di più e nulla di meno di ciò che è dovuto, di ciò che è stato riconosciuto pubblicamente come necessario dallo stesso Capo del Governo, dalla stessa Regione, l'autonomia forte che il solo il futuro sostenibile per le nostre comunità. E dunque chiariamoci presto le idee e mettiamoci al lavoro per progettare l'autonomia "forte" di cui abbiamo bisogno, per progettare lo statuto che funga anche da manifesto per la nostra autonomia: l'Autonomia dell'Area Montana "Alta Piave - Dolomiti Venete".

Michele Balen

Nessun commento:

Posta un commento