lunedì 29 dicembre 2014

"Sindaci Contro". L'antidemocrazia e i piccoli comuni.

 29 aprile 2014 alle ore 13.56

Uomini contro è il titolo di un film diretto nel 1970 da Francesco Rosi, e liberamente ispirato al romanzo di Emilio Lussu Un anno sull'Altipiano. In quel film di guerra il 'nemico' della truppa sembra essere costituito più dalla classe degli alti altissimi ufficiali che non da chi spara dall'opposta trincea. Ha senso oggi citare questo film, ha senso rapportare quest'immagine al mondo della politica e delle istituzioni? 
Chissà, però intanto la situazione sembra essere questa: abbiamo un paio di 'sindaci' ai vertici del governo e, contrariamente alle aspettative più naturali, sui Comuni il cielo si fa più cupo che mai.

Per fondere i piccoli comuni oggi basta un semplice referendum e non serve nessun quorum.
Basta che una sparuta minoranza di cittadini vada a votare e siamo a posto: la cosa è praticamente fatta. Oltretutto è sufficiente che la maggioranza dei votanti di quei comuni che sono sottoposti al referendum, nel loro insieme, (non comune per comune) dicano di sì alla fusione, e la fusione si fa.
È strano, ma stavolta non c’è nessuna lungaggine burocratica da rispettare, nessun ‘visto’ supremo da attendere, tutto va via liscio come una l'olio, tutto scorre rapidamente verso la fantastica avventura del Comune Unico Fuso.
E per facilitare la cosa si sta pensando, lassù nell’Olimpo, di levare ai sindaci dei Comuni più piccoli anche l’indennità di mandato. Un’indennità che, detto per inciso, se uno fa il sindaco a tempo pieno (cioè non fa altro che quello) si aggira mediamente intorno ai 6-700 euro al mese. Certo che con delle cifre così si rimettono a posto i conti dell'UE per oltre vent’anni!
Insomma, nei Grandi Palazzi romani ed eurolandici si vogliono meno Comuni e meno sindaci, e questo è il fatto.

Meno sindaci vuol dire meno rappresentanti del popolo.
E tuttavia, strano a dirsi, qualcuno in questo riesce anche a vederci maggiore efficienza e maggior democrazia.
Sulla maggior efficenza ci potremmo anche discutere, ma sulla democrazia? Come si fa a sostenere che “meno cittadini eletti dai cittadini” possa voler dire… “più democrazia”? È un assurdo in termini, è un ossimoro!
“Maggiore efficienza”. Beh, anche qui, è tutto da dimostrare che governare un territorio più vasto e complesso da un municipio solo sia maggiormente vantaggioso ed efficiente che governarlo da più sedi. O meglio, è tutto da dimostrare che assemblare vari territori per formarne uno vasto e complesso porti alla fine a una maggiore efficienza amministrativa. Se ciò fosse vero non sarebbe allora il caso di pensare, per paradosso, di fare dell’Italia intera un solo incredibile comune? Sai che risparmio e che efficienza che avremmo in tal maniera?

Intanto i sindaci, anche quelli dei comuni più piccoli, che dovrebbero perdere le loro indennità devono "accomodarsi" su un certo numero di sedie che comode non sono. Ne elenco un po’ a casaccio. 
I sindaci siedono nelle Conferenze dei Sindaci delle ULSS, e in quelle delle Comunità/Unioni Montane, nei Consigli delle stesse Unioni, nelle assemblee delle società partecipate (GSP per citarne una), nelle assemblee delle Autorità di Bacino, nelle assemblee dei Consorzi BIM, ed ora anche nei nuovi Consigli Provinciali e, dove ci sono, in quelli delle Città Metropolitane. E, sì, certo, anche nei Consigli e nelle giunte dei loro Comuni.
Sono politici di mestiere questi sindaci? Fanno parte della "casta"? Beh, visto che prendono al massimo 6-700 euro al mese (e solo nel caso in cui rinuncino al loro lavoro) lascio ai lettori giudicare se essi siano accostabili ai Signori della Politica, oppure no.

E dire "sindaci" e "indennità di sindaci" non è che poi sia la stessa cosa dappertutto.
Un conto è essere sindaci di un comune grosso, di una metropoli, un conto è essere sindaci di comune piccolo.
Chi amministra una metropoli prende di più. Perchè?
Un criterio per differenziare è quello degli abitanti. Orbene, il sindaco di una nota città italiana, che conta ben 1.353.882 di abitanti, ha preso nel 2012 un’indennità lorda di 109.491,00 euro. Il che vuol dire 0,080 euro a cittadino. Se usassimo questo criterio il sindaco di un comune di 1000 abitanti dovrebbe prendere allora, nella stessa misura, 80 euro lordi all’anno. Può essere? Direi di no, direi che il numero dei cittadini è un criterio fuorviante.

Parliamo di tempo dedicato allora?
Poniamo che il sindaco di quella grossa città dedichi, tanto per dire, 12 ore al giorno al suo lavoro di amministratore, e dato che lo fa per una cifra di 109.491,00 euro lordi all’anno, ci chiediamo: quanto dovrebbe lavorare allora il sindaco di un comune da 1000 abitanti, che è 1354 volte più piccolo? Milletrecentocinquantaquattro volte di meno, direi, che, se non sbaglio nel fare la proporzione, vuol dire poco più di mezzo minuto al giorno. Ha senso? Certo che no. Come fa un sindaco a dedicare solo mezzo minuto al giorno al suo comune? 

E se dicessimo che il sindaco di un piccolo comune dedica solo 4 ore al giorno al suo ente (perchè ha solo mille abitanti), quanto dovrebbe lavorare allora, in proporzione, il sindaco di un comune di 1.353.882 abitanti? Facile: milletrecentocinquantaquattro volte di più, cioè 5415 ore al giorno.
Vabbè, si sta scherzando. Sono conti inutili da fare, i criteri per i quali un sindaco prende così e un'altro prende cosà sono altri, più complessi, più sofisticati o... bizantini. Sono roba da funzionari statali, e a studiarli è quasi una perdita di tempo.
Alla fine, a tagliare la testa al toro arriva quello (intelligente) che ti dice «Chiudiamo i comuni più piccoli. Lasciamo fare ai comuni grandi» (ai loro funzionari magari) e, perchè no, ai neocentralisti che oggi sono forti e rampanti come leoni.
Eh, beh… c’è tanto da riflettere sull’antidemocrazia che oggi cresce e che prospera, udite udite, in nome del “buon governo” e di sua maestà la finanza.

Sull'argomento ho scritto anche su FB: https://www.facebook.com/notes/michele-balen/tagliacuci-degli-enti-locali/392468957562744

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