lunedì 29 dicembre 2014

Le cose viste da Cesio

 13 giugno 2014 alle ore 12.40

Forse a qualcuno non è chiaro ciò che sta accadendo alla politica in questo scorcio di storia contemporanea. A dirla tutta non è chiaro neanche a me, e un po' ne sono contento, perchè quando qualcuno dice di non vedere la nebbia quando invece c'è ed è 'pesta', allora vuol dire che tanto bene in realtà non ci vede.

Una crisi economica strutturale.
L'idea, magari sbagliata, che io mi son fatto è questa: si è passati, negli ultimi due secoli, dalla politica che governa l'economia all'economia che comanda la politica, e dall'economia reale del lavoro a quella virtuale della finanza. Oggi la finanza specula, e speculando fa il bello e il brutto tempo, come le pare, e tutti devono stare zitti. Il mondo è diventato un grande gioco del Monopoli: enti, aziende, famiglie sono solo delle cartine da giocare, delle caselle da occupare.
Oggi, dopo un periodo di euforia finanziaria in cui tutti si sono indebitati con i grossi gruppi bancari (le reti dei pescherecci sono state calate in mare e i  pesci ci si sono infilati alla grande), è seguito il triste e mesto periodo dei debiti: ops, bisogna pagare! (i pescherecci hanno tirato le reti e nelle reti ci siamo dentro noi: stati, enti e cittadini, tutti pescati).
Il debito va pagato, e allora lo stato si/ci sacrifica, smobilita, tassa e ipertassa i suoi sudditi, e non reagisce. Non reagisce perchè la politica è asservita alla finanza. Non reagisce perchè i cittadini non hanno ancora capito che c'è un trucco perverso, che a comandare sono i banchieri. Non reagisce perchè il voto del popolo ormai non conta che due lire. Lo stato non reagisce perchè è in difetto di mandato, perchè non risponde più al suo sovrano.
Mi sbaglio? Esagero? Beh, lo spero di tutto cuore.

Tagliare, razionalizzare, bombardare, potare, sfalciare, rasare, raschiare... il fondo del barile!
Così lo stato si amputa da solo. Come una nave a vapore, il cui capitano fa togliere il fasciame per darlo pasto alle caldaie, ma non alle proprie, attenziione, a quelle di una corazzata d'acciaio, cheè la finanza internazionale.
Così via il senato elettivo, (passi, ma vedremo che risparmi ci saranno), via le province, e via le regioni (se ci si riesce)... e poi via col chiudere/ fondere i comuni, e poi zac a tagliare i trasferimenti dello stato per tutti gli enti (oh, no non "per tutti", per certe regioni, per certe città, per certe aree del Paese..., non si taglia mai. Anzi!).
Le Comunità Montane diventino Unioni Montane! Che poi questo chiamarle "Unioni" la dice lunga sulle intenzioni finali del legislatore. E' la "politica dei piccoli passi", un po' oggi un po' domani. Roma non fu disfata in un sol giorno.
Intanto chi è più realista del re vorrebbe che ci fossero pochissimi comuni, vorrebbe fonderli unirli accorparli, come se si stesse giocando con un grosso puzzle politico amministrativo: magia magia! erano due e adesso sono diventati uno! Perchè, dicono, come si fa nel 2014 ad avere ancora piccoli comuni da mille, da duemila abitanti, da tremila da quattro da cinque, o magari da sei da diecimila abitanti? Come si fa?
La politica dei piccoli passi...
Sì, va bene togliere ai comuni ma per dare a chi? Per mantenere cosa?
Togliere ai cittadini e ai loro enti per favorire chi?

Dal macro al micro il disagio si traduce anche così:
In via previsionale nel 2014 il Comune di Cesiomaggiore riceverà dallo stato circa 380.000,00 € in meno rispetto al 2009 e appena (si fa per dire)  190.000,00 € in meno rispetto al 2013. 
Il Comune di Cesiomaggiore viste le ristrettezze che può fare per continuare ad esistere e a fornire i suoi servizi ai cittadini? Due cose può fare: aumentare le tasse e diminuire le spese. 
Le spese le ha diminuite in via previsionale per il 2014 di circa 90.000,00 € rispetto al 2013.
E le tasse? Le tasse le ha applicate introducendo nuove agevolazioni per l'IMU: per gli iscritti AIRE, per le aziende e per gli stabili concessi in comodato d'uso ai figli (il che vale per l'ente ben 40.000,00 € in meno di entrate rispetto al 2013); e ancora abbassando del 6% la bolletta dei rifiuti (TARES); e infine introducendo, perchè costretto, la TASI a copertura delle minori entrate. 
Ecco rappresentate le cose viste da un piccolo comune di pedemontana. Dal macro al micro appunto. Dalle grandi corazzate della finanza internazionale ai gusci di noce di casa nostra.
E dire c'è ancora chi si ostina a non vedere quel che sta succedendo in Europa, che c'è ancora chi crede che tutto sia come qualche anno fa.

Nessun commento:

Posta un commento