martedì 6 gennaio 2015

Fondi per i comuni di confine e nuove umiliazioni

2 dicembre 2013 alle ore 17.56

''Conosco tutte le specificità della provincia di Belluno e bisogna intervenire per evitare assimmetrie istituzionali che non hanno senso: a questo territorio serve un'autonomia forte".
Lo ha detto il presidente del consiglio Enrico Letta quando, sabato 12 ottobre 2013, è venuto a Longarone per  ricordare le vittime del Vajont.

La Provincia di Belluno oggi, ed è il 2 dicembre 2013, è ancora commissariata come quel giorno.
Allora mi dico che forse è perchè il Governo è impegnato in cose più importanti, è troppo impegnato per potersi occupare anche dell'autonomia di una terra che è così lontana da Roma. 
Poi scopro però che l'altro giorno, era il 26 novembre scorso, nonostante le sue tante preoccupazioni, i suoi troppi impegni, il governo era comunque riuscito a far avere, con un suo emendamento, un bel regalo alle province autonome di Trento e di Bolzano; il regalo è la potestà di derogare alle norme nazionali su esenzioni, deduzioni e detrazioni fiscali in materia immobiliare. Mano libera sulla fiscalità: cose mai viste!
Eh, ma allora si vede che il tempo per occuparsi di terre lontane da Roma il governo ce l'ha! Si vede che allora dipende da quali terre sono. E provo un certa amarezza.

Prendo atto, Trento e Bolzano hanno nuove iniezioni di autonomia. A diral tutta per loro è un anno fortunato: il 16 luglio scorso, quest'estate insomma, la Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittima l’applicazione delle sanzioni economiche sul mancato rispetto del patto di stabilità per le Regioni a Statuto Speciale. Mano libera anche sul patto di stabilità. I siciliani hanno gioito.
Tutti gli altri no evidentemente, che il patto di stabilità frena l'ecomomia, blocca le opere, incatena i bilanci.

Con una più ampia autonomia fiscale, con nessun limite al patto di stabilità. Gli "autonomi" possono volare, e tutti gli altri (noi)... strisciare sul pavimento.
Tanto per dire è la seconda volta che sopprimono l’ODI. Lo fanno ormai una volta l'anno.
L'ODI è l’organismo di indirizzo (e di gestione) del Fondo per i Comuni di confine, un fondo che vale ben 80 milioni di auro annuali, soldi che le due province autonome devono indirizzare ai quarantotto comuni confinanti del lombardoveneto.
La soppressione dell'organismo è sancita a sorpresa dall'emendamento 346 bis (legge di stabilità) in cui si dice «I commi dal 118 al 121 [della legge 191/2009] sono soppressi». Con i commi citati si sopprime, appunto, l'ODI che essi istituivano.
Così, mentre a Trento e a Bolzano si gioisce per l'accrescimento di una già grassa autonomia, di qua del magico confine, si profila, al contrario, una nuova umilante battaglia per quei soldi dovuti, quel teroretto che dal 2010 ancora "giace".

Il bello è che gli amici di Trento e di Bolzano anche su quello reclamano (e ottengono) il diritto di beneficiare, piure se in modo indiretto. Chiedono (e ottengono) di riservare una quota del fondo a progetti che abbiano una "valenza sovraregionale" che vuol dire "interessante per loro"; così che ancora una parte di quei soldi, che sarebbero destinati a diminuire il divario fra i comuni privilegiati e quelli ordinari, possa tornare a vantaggio dei primi. Questa è furbizia!
Pretendono (e ottengono) gli amici di Trento e di Bolzano di sindacare sui progetti dei veneti e dei lombardi: "ci piacciono, non ci piacciono, lo sosteniamo, non li sosteniamo, ci mettiamo il veto...£
Già, perchè, se non sono di loro gradimento, se non hanno per loro alcuna utilità... i progetti a che serve farli passare?

Tolgono l'ODI, così senza chiedere nulla ai diretti interessati, ai comuni di confine. Non mi pare che sia una bella cosa! E poi parlano di coinvolgere, nella discussione sul futuro del fondo, le regioni, le due province autonome e le cinque a statuto ordinario (Belluno, Brescia, Sondrio, Verona e Vicenza). E non i succitati comuni? No, dico, vi pare bello?!
I comuni di confine devono essere coinvolti, e massicciamente e fin da subito, nella gestione del fondo. Non sono semplici destinatari passivi, sono "protagonisti" del fondo.
Al contrario, sono semmai Trento e Bolzano che non hanno a metter bocca nella cosa. A che pro?

Ecco, scusate se io una roba così la chiamo umiliazione, la chiamo sudditanza, la chiamo vergogna.
E scusate se credo che un corretto e amichevole rapporto dei comuni del Veneto e della Lombardia con quelli del Trentino-Alto Adige necessiti di una cosa indispensabile: del riconoscimento di pari dignità, di pari diritti e di pari doveri fra i cittadini e fra le comunità, quelli dell'una e quelli dell'altra parte del confine.

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