Tagli alla spesa pubblica.
Il signor Presidente del Consiglio vorrebbe gentilmente chiarire ai signori cittadini che l'espressione "tagli alla spesa pubblica" deve essere intesa come segue:- meno servizi sanitari con attese più lunghe per le visite e gli esami, medicine e prestazioni più costose e impoverimento degli ospedali periferici...
- meno classi con più alunni per classe, meno insegnanti di sostegno, meno strumenti didattici (anche informatici),
- meno comuni con amministratori più distanti dai cittadini, meno manutenzione delle strade e degli edifici, meno servizi culturali, meno biblioteche, meno contributi alle associazioni di volontariato, meno risorse per la protezione civile...
- meno forze dell'ordine, meno scurezza, meno controllo, meno certezza della pena per i delinquenti...
- meno assitenza sociale, meno sostegno ai bisognosi, ai disoccupati, ai pensionati minimi, ai minori, agli anziani...
- meno risorse per le infrastrutture che chiedono le aziende, meno risorse per sostenere il commercio ed il turismo...
Insomma, ci vuol pensare il signor Presidente del Consiglio a spiegare ai cittadini che a fronte delle sue belle parole gli effetti saranno più tasse e meno di tutto per loro?
Se no ci dovremo pensare noi comuni mortali a raccontare la storia dei "tagli agli sprechi" per il verso giusto.
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