20 dicembre 2012 alle ore 11.56
Scadenze di approvazione del Bilancio di Previsione
Il D.L.267/2000 l’art. 151 recita quanto segue: “Gli Enti Locali deliberano entro il 31 dicembre il Bilancio di Previsione per l’anno successivo…”.
Ad oggi non vi è ancora nessuna comunicazione ufficiale di rinvio di
tale termine e comunque approvare il Bilancio prima dell’inizio del
nuovo anno permette all’amministrazione di iniziare da subito l’attività
amministrativa, al contrario finché non viene approvato il Bilancio non
si può procedere ad alcun impegno o pagamento se non in proporzione ai
dodicesimi dell’anno precedente. Pertanto se possibile è buona norma
riuscire ad approvare il Bilancio di previsione per l’anno successivo
entro la fine dell’anno.
In merito alle aliquote.
Le entrate del nostro Comune sono costituite quasi esclusivamente da
entrate tributarie e trasferimenti statali. I secondi, negli ultimi
anni, sono diminuiti in modo consistente e su di essi non c’è modo di
intervenire.
Fino al 2009 compreso, il Comune di Cesiomaggiore ha applicato
aliquote tributarie contenute , ma dal 2009 ad oggi i trasferimenti
statali hanno subito un taglio di circa € 250.000,00.
Nonostante questo siamo riusciti, per l’anno 2012 , a mantenere
soprattutto per l’IMU le aliquote di base, al contrario della maggior
parte dei comuni che già per il 2012 le hanno aumentate
considerevolmente.
Purtroppo con il 2013 c’è un ulteriore taglio di circa € 100.000,00
ex art.16 comma 6 del D.L. 95/2012 e, non potendo disporre di importanti
entrate autonome (proventi da centrali elettriche, discariche ecc..),
per non dover azzerare le prestazioni essenziali del Comune , per non
rischiare il blocco fattivo dell’ente, per poter garantire gli
equilibri di bilancio e garantire ai cittadini i servizi necessari, a
malincuore si è dovuto agire, oltre che sul contenimento delle spese
correnti, anche sulle entrate fiscali.
La scelta è stata quella di non gravare sul cittadino proprietario
della sola casa in cui vive, ( per le prime case si mantiene l’aliquota
dello 0,4%), ma di chiedere qualcosa in più a quelli che dispongono di
ulteriori immobili.
La TARES
C’è da evidenziare il fatto che il nuovo tributo, come previsto dall’art.14 del D.L. 201/2011, si divide in due componenti:
- una prima parte deve coprire totalmente i costi che l’Ente sostiene
per la gestione dei rifiuti solidi urbani e per questo la quota fissa e
variabile che ci permette la copertura dei costi è rimasta invariata
rispetto alla TARSU + addizionale comunale 2012;
- una seconda parte è la maggiorazione stabilita dallo Stato che va
da un minimo di 0,30 a massimo 0,40 al metro quadro, in questo caso
l’Ente ha scelto di fissare l’aliquota minima, che va a finanziare i
servizi indivisibili del Comune, peccato che questo gettito andrà allo
Stato, che lo tratterrà dai trasferimenti 2013.
Se , con la nuova legge di stabilità, ancora in discussione, dovesse
cambiare qualche cosa rispetto a tale maggiorazione, la delibera
prevede già che vi sia un adeguamento automatico alla norma, sia in un
senso che nell’altro.
Gli adeguamenti.
Nel corso dell’anno verranno fatti comunque gli adeguamenti del caso,
ma le novità che si prospettano con la nuova legge di stabilità, non
sono tali da poter stravolgere il nostro Bilancio.
Per il nuovo tributo TARES si parla di slittamento nel pagamento
della prima rata, ma non di far slittare il tributo al 2014, inoltre se
anche così fosse, in tale eventualità rientrerebbero in vigore le
aliquote TARSU che comportavano un gettito al Comune sempre di
€330.000,00 e non si avrebbe quindi un taglio dei trasferimenti statali
previsti per l’applicazione dello 0,30 a metro quadrato di € 112.000,00
(si tratterebbe semplicemente di adottare una variazione nella parte
entrate di - € 112.000,00 per TARES e + € 112.000,00 sul Fondo
Sperimentale di Riequilibrio).
Per l’IMU l’ipotesi che, secondo le nuove modifiche alla legge di
stabilità in discussione, l’ imposta sulle abitazioni possa essere
destinata in toto ai Comuni, (salvo che lo Stato si tratterà lo 0,76 che
grava sui capannoni industriali e opifici), per l’Ente nella più rosea
delle ipotesi l’operazione dovrebbe essere a costo zero, in quanto lo
Stato si tratterrà dai trasferimenti l’importo che nel 2012 ha riscosso
per l’IMU dai cittadini di Cesiomaggiore e quindi circa € 250.000,00.
L’unica modifica, che ci preme venisse presa in considerazione nella
nuova legge è l’esclusione dei Comuni piccoli dal Patto di Stabilità,
viste le grosse difficoltà che si prospettano se ciò non avvenisse, non
ultimo il blocco dei lavori e investimenti che coinvolgerebbe appunto
anche i comuni sotto i 5.000 abitanti, per poter rispettare i rigidi
vincoli di finanza pubblica.
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