martedì 6 gennaio 2015

Osservazioni sul bilancio 2013 del Comune di Cesiomaggiore

20 dicembre 2012 alle ore 11.56

Scadenze di approvazione del Bilancio di Previsione
Il D.L.267/2000 l’art. 151 recita quanto segue: “Gli Enti Locali deliberano entro il 31 dicembre il Bilancio di Previsione per l’anno successivo…”. Ad oggi non vi è ancora nessuna comunicazione ufficiale di rinvio di tale termine e comunque approvare il Bilancio prima dell’inizio del nuovo anno permette all’amministrazione di iniziare da subito l’attività amministrativa, al contrario finché non viene approvato il Bilancio non si può procedere ad alcun impegno o pagamento se non in proporzione ai dodicesimi dell’anno precedente. Pertanto se possibile è buona norma riuscire ad approvare il Bilancio di previsione per l’anno successivo entro la fine dell’anno.

In merito alle aliquote.
Le entrate del nostro Comune sono costituite quasi esclusivamente da entrate tributarie e trasferimenti statali. I secondi, negli ultimi anni, sono diminuiti in modo consistente e su di essi non c’è modo di intervenire.
Fino al  2009 compreso, il Comune di Cesiomaggiore ha applicato aliquote tributarie contenute , ma dal 2009 ad oggi i trasferimenti statali hanno subito un taglio di circa € 250.000,00.
Nonostante questo siamo riusciti, per l’anno 2012 , a mantenere soprattutto per l’IMU le aliquote di base, al contrario della maggior parte dei comuni che già per il 2012 le  hanno aumentate considerevolmente.
Purtroppo con il 2013 c’è un ulteriore  taglio di circa € 100.000,00 ex art.16 comma 6 del D.L. 95/2012 e, non potendo disporre di importanti entrate autonome  (proventi da centrali elettriche, discariche ecc..), per non dover azzerare le prestazioni essenziali del Comune , per non rischiare il blocco fattivo dell’ente,  per poter garantire gli equilibri di bilancio e garantire ai cittadini i servizi necessari, a malincuore si è dovuto agire, oltre che sul contenimento delle spese correnti, anche sulle entrate fiscali.
La scelta è stata quella di non gravare sul cittadino proprietario della sola casa in cui vive, ( per le prime case si mantiene l’aliquota dello 0,4%), ma di chiedere qualcosa in più a quelli che dispongono di ulteriori immobili.
La TARES
C’è da evidenziare il fatto che il nuovo tributo, come previsto dall’art.14 del D.L. 201/2011,  si divide in due componenti:
- una prima parte deve coprire totalmente i costi che l’Ente sostiene per la gestione dei rifiuti solidi urbani e per questo la quota fissa e variabile che ci permette la copertura dei costi è rimasta invariata  rispetto alla TARSU + addizionale comunale 2012;
- una seconda parte è la maggiorazione stabilita dallo Stato che va da un minimo di 0,30 a massimo 0,40 al metro quadro, in questo caso l’Ente ha scelto di fissare l’aliquota minima, che va a finanziare i servizi indivisibili del Comune, peccato che questo gettito andrà allo Stato, che  lo tratterrà dai trasferimenti 2013.
Se , con la nuova legge di stabilità, ancora in discussione, dovesse cambiare qualche cosa rispetto a tale maggiorazione,  la delibera prevede già che vi sia un adeguamento automatico alla norma, sia in un senso che nell’altro.

Gli adeguamenti.
Nel corso dell’anno verranno fatti comunque gli adeguamenti del caso, ma le novità che si prospettano con la nuova legge di stabilità, non sono tali da poter stravolgere il nostro Bilancio.
Per il nuovo tributo TARES si  parla di slittamento nel pagamento della prima rata, ma non di  far slittare il tributo al 2014, inoltre se anche così fosse, in tale eventualità rientrerebbero in vigore le aliquote TARSU che comportavano un gettito al Comune sempre di €330.000,00 e non si avrebbe quindi un taglio dei trasferimenti statali previsti per l’applicazione dello 0,30 a metro quadrato di € 112.000,00 (si tratterebbe semplicemente di adottare una variazione nella parte entrate di - € 112.000,00 per TARES e + € 112.000,00 sul Fondo Sperimentale di Riequilibrio).
Per l’IMU l’ipotesi che, secondo le nuove modifiche alla legge di stabilità in discussione,  l’ imposta sulle abitazioni possa essere destinata in toto ai Comuni, (salvo che lo Stato si tratterà lo 0,76 che grava sui capannoni industriali e opifici), per l’Ente nella più rosea delle ipotesi l’operazione dovrebbe essere a costo zero, in quanto lo Stato si tratterrà dai trasferimenti l’importo che nel 2012 ha riscosso per l’IMU dai cittadini di Cesiomaggiore e quindi circa € 250.000,00.
L’unica modifica, che ci preme venisse presa in considerazione nella nuova legge è l’esclusione dei Comuni piccoli dal Patto di Stabilità, viste le grosse difficoltà che si prospettano se ciò non avvenisse, non ultimo il blocco dei lavori e investimenti che coinvolgerebbe appunto anche i comuni sotto i 5.000 abitanti, per poter rispettare i rigidi vincoli di finanza pubblica.

Nessun commento:

Posta un commento