L'edilizia
crolla, le aziende arrancano, l'economia, nel suo complesso, involve.
C'è di che essere giustamente inquieti e qualcuno, inquietamente, si
lascia andare a discorsi da barsport: "La colpa - dice - è della
politica", della politica che manca, della politica che non guida, che
non capisce, che non risolve. E delle amministrazioni pubbliche che non
fanno niente per...".
Ora, io dico, quando il grasso colava, appena dieci anni fa, tanto per dire, la colpa era ancora della politica, ma della politica "troppa", invadente, presente e forte tanto da non dar fiato alla società civile.
"Meno stato ci vuole - si diceva allora - meno stato e più impresa!"
Oggi, dallo stesso coro (è proprio lo stesso) comincia ad alzarsi qualche voce solista con un tono diverso. "La colpa - dice il nuovo refrain- è della politica, sì, ma perché è assente, è debole, è indecisa, latita".
"La politica latita", sembra più uno scioglilingua che uno slogan. Lostatolatita, pensate un po'.
Eppure per più di vent'anni se n'è fatto un mito dello "stato leggero", si è proceduto per questo a smobilitare pian piano la Pubblica Amministrazione. "Meno stato" ha voluto dire, alla fine, poste e ferrovie privatizzate, con chiusura di stazioni e di uffici 'minori', con soppressione di corse minori e di consegne...
Meno stato ha voluto dire sfoltimento di scuole e ospedali, meno classi, meno insegnanti, meno posti letto, meno infermieri... meno d tutto, ma aule più piene e file più lunghe e disagi maggiori.
Meno stato ha voluto dire chiusura di servizi di vario genere, e riduzione allo stato vegetativo di musei e gallerie, forse 'minori' ma pur sempre importanti.
A furia di potare la pianta ora la stessa non fa più ombra a nessuno. E le cose vanno solo peggio.
Anche perché se gli enti pubblici, locali e non locali, sono "leggeri", cioè sempre più poveri di risorse economiche, non possono che smettere gradualmente di commissionare opere e beni ai privati, e smettere di consumare, e smettere di dare lavoro. E se, stranamente, così facendo la spesa pubblica ancora non scende (ma sarà poi vero?), l'assenza del Pubblico come acquirente e come committente porta l'impresa e l'economia in genere a soffrire di più.
Ma che sorpresa che ci tocca trovare: "meno stato = meno impresa"! Chi l'avrebbe mai detto?!
Un serpente che si morde la coda.
Ora, io dico, quando il grasso colava, appena dieci anni fa, tanto per dire, la colpa era ancora della politica, ma della politica "troppa", invadente, presente e forte tanto da non dar fiato alla società civile.
"Meno stato ci vuole - si diceva allora - meno stato e più impresa!"
Oggi, dallo stesso coro (è proprio lo stesso) comincia ad alzarsi qualche voce solista con un tono diverso. "La colpa - dice il nuovo refrain- è della politica, sì, ma perché è assente, è debole, è indecisa, latita".
"La politica latita", sembra più uno scioglilingua che uno slogan. Lostatolatita, pensate un po'.
Eppure per più di vent'anni se n'è fatto un mito dello "stato leggero", si è proceduto per questo a smobilitare pian piano la Pubblica Amministrazione. "Meno stato" ha voluto dire, alla fine, poste e ferrovie privatizzate, con chiusura di stazioni e di uffici 'minori', con soppressione di corse minori e di consegne...
Meno stato ha voluto dire sfoltimento di scuole e ospedali, meno classi, meno insegnanti, meno posti letto, meno infermieri... meno d tutto, ma aule più piene e file più lunghe e disagi maggiori.
Meno stato ha voluto dire chiusura di servizi di vario genere, e riduzione allo stato vegetativo di musei e gallerie, forse 'minori' ma pur sempre importanti.
A furia di potare la pianta ora la stessa non fa più ombra a nessuno. E le cose vanno solo peggio.
Anche perché se gli enti pubblici, locali e non locali, sono "leggeri", cioè sempre più poveri di risorse economiche, non possono che smettere gradualmente di commissionare opere e beni ai privati, e smettere di consumare, e smettere di dare lavoro. E se, stranamente, così facendo la spesa pubblica ancora non scende (ma sarà poi vero?), l'assenza del Pubblico come acquirente e come committente porta l'impresa e l'economia in genere a soffrire di più.
Ma che sorpresa che ci tocca trovare: "meno stato = meno impresa"! Chi l'avrebbe mai detto?!
Un serpente che si morde la coda.
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