martedì 6 gennaio 2015

mercoledì 30 luglio 2014 autonomia anno... zero

1 agosto 2014 alle ore 15.34

Cos'è accaduto mercoledì 30 luglio 2014 a Venezia, in Consiglio Regionale? E' accaduto che c'è stata una svolta epocale nella politica della Regione Veneto; è accaduto che il Veneto politico ha saputo pensare stavolta ai suoi territori montani in modo organicamente e definitivamente amico e democratico. Questo è un fatto indiscutibilmente storico!
E allora cantiamo vittoria? E allora diamo fiato alle trombe?
No, non è ancora il caso di innalzare archi trionfali, di far partire la fanfara. La strada va ancora avanti ed è in salita.
Restano da capire per il momento i dettagli del testo licenziato dall'aula, ma soprattutto resta da capire la sua reale portata futura.
Resta da capire se i 18 mesi che sono previsti per il trasferimento delle funzioni e delle risorse, (diciotto lunghi mesi) si riveleranno alla fin fine tanto lunghi da vanificare lo sforzo compiuto dai consiglieri Dario Bond, Matteo Toscani e Sergio Reolon, consiglieri che hanno, diciamolo perchè va detto!, lavorato bene e con coscienza.

Obbiettivamente senza i referendum "secessionisti" e senza la crescente consapevolezza politica della nostra gente non avremmo fatto alcun passo in direzione dell'autonomia. Ed ogni passo, piccolo o grande che sia, fatto verso la nostra piena autonomia è da sostenere e da apprezzare.

Bando ai detrattori da osteria, bando ai disfattisti dalla bocca larga: qui non ci sono proclami elettorali, non c'è aria fritta, almeno stavolta no.
Stavolta c'è un fatto, c'è una legge regionale che è fatta e approvata. Questo un punto fermo che va chiarito.

Poi però c'è quel tempo di attesa (18 mesi) che, come ho scritto, potrebbe vanificare tutto, e diventare il granello di sabbia fatale nel motore. Connesso a quello dei tempi c'è il problema, non secondario, delle effettive risorse economiche e professionali che avranno da esser trasferite dalla Regione ai territori montani. Anche questo un terreno zeppo di mine.
E poi c'è la capacità (o l'incapacità) nostra, di noi montani, di far fruttare al meglio l'autonomia ottenuta.
Alla fine, guai dimenticarselo, c'è pure il clima economico e politico, nazionale ed internazionale, che tutto sovrasta come il cielo sovrasta la terra.
E allora che abbiamo da fare?
Abbiamo da continare, come sempre, a lavorare a testa bassa, e a tener alto e forte il livello della tensione verso l'autogoverno, abbiano da non far freddare un ferro che va ancora battuto.

Insomma, in cocetto è questo: la legge è sì un punto di arrivo, è sì un fatto da cui non si può prescindere, ma, attenzione, come sempre accade nella storia, ogni punto di arrivo è anche e soprattutto un punto di partenza. E' così che va il mondo...

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